venerdì 27 maggio 2016

Il Mio Monte Laura

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Lo spettacolo della natura ha la meravigliosa prerogativa d'impressionare in modo potente la memoria, ma quando la scoperta di un luogo avviene insieme alle persone che amiamo, solo allora il ricordo diventa racconto e quel racconto ci scalda il cuore per tutta l‘esistenza.

Il mio primo incontro col monte Laura è antico, bambina di sei anni nell‘estate del 1949. Partiamo da Roveredo, nella casa costruita da Enea Tallone, dove conosco per la prima volta la zia Resi, piccolina, rossa di capelli, col colletto di pizzo e occhi verdi sorridenti: la zietta uscita da un libro per bambini. Come facesse a sfornare i biscotti esattamente quando ci presentavamo alla sua porla, resta un mistero.

Io, le mie sorelle Donatella di 3 anni e Laura di 10 e i cuginetti svizzeri, a salire in crescendo d’eta‘: i due gemelli Enea e Cece, il primo castano e piccolo e l’altro biondo e alto, ma in energica sintonia e le belle Gabriella, Elena e Miranda. Nel salotto o in giardino a parlare restavano mia mamma, il papà, la zia Giuliana con la voce chiara di soprano e lo spirito organizzativo di un generale, suo marito, l’architetto Mario “cacciatore e pescatore“,  figlio di Enea Tallone e Teresa Giovannetti “Resi” e il mio adorato zio Guido. Ricordo la cucina in fresca penombra, enorme e solenne come una chiesa ma pervasa di effluvi delle “lingue di gatto" dorate e calde, disposte sul vassoio del forno in geometrie perfette.


Della prima gita sul Monte Laura ho il ricordo ad altezza di bambina che delle chiome dei pini ha solo la percezione dai riflessi smeraldo che chiazzano  il morbido tappeto d’aghi. E il profumo. Conservo l’essenza profumata della resina che sgocciolava sui tronchi ruvidi fino a fermarsi alla mia portata in gocce dorate e trasparenti come ambra, ma morbide e profumate. Su consiglio dei gemelli vinsi subito la diffidenza di milanesina facendo a gara nel raccogliere le gocce più grosse per masticarle a “scopi salutari” come la gomma americana.

Come definirebbe un bambino una gita come quella? Nè serena, nè allegra, nè breve nè lunga... un bambino non associa un giorno con l’altro, non fa confronti. Ma magica si, fatta di voci, di risa, del fruscio di un uccellino che vola basso,o magari di un coniglietto. Quella stessa atmosfera deve averla sentita lo zio Guido affrescando la Chiesetta di Laura progettata dal fratello maggiore Enea. Hanno posato per gli angeli e la madonnina le sue amiche, e l’areoplanino sembra planare in sogno, lasciata alle spalle la crudeltà della guerra, uno struggente e fiabesco ex voto alla Madre protettrice che l’ha fatto tornare ai suoi affetti dopo i quattro anni del fronte.

Gigliola Tallone

"Gigliola", ritratto a matita di Guido Tallone
- La signora Gigliola Tallone è figlia di Ermanno (“Chicco”) Tallone, cultore dell’arte e gallerista a Milano ed è perciò nipote di Guido Tallone al quale è particolarmente affezionata. A lei curatrice dell`archivio Tallone, si devono i lavori di catalogazione delle opere del nonno Cesare e dello zio Guido nonché la raccolta delle informazioni sulla famiglia. E`autrice del catalogo ragionato di GuidoTallone (Skira, l998) e della monografia di Cesare Tallone (Electa,2005).

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