Fonte Articolo |
Chi furono i primi abitanti di Roveredo e quando questi vi si
stabilirono non si può sapere con precisione. Dalle numerose scoperte
archeologiche fatte nel 1924 nella zona di Caslasc, da quelle fatte nel 1932 e
1933 nella frazione di Riva e da quelle del 1940 nella regione di Gardelina
possiamo comunque dedurre che il nostro paese era gia abitato in epoche assai
remote. Le tombe con muro a secco coperte di lastre di pietra venute alla
luce in Caslasc risalgono ad un’epoca antichissima, ma purtroppo
imprecisata. Infatti i frammenti di ceramica trovati in quelle tombe
appartengono, a giudizio di esperti archeologici, ad un’epoca più remota di
quelli trovati nelle tombe scoperte fra il 1875 ed il1928 a Castaneda, dunque
ad un periodo variante fra il 2000 ed il1500 a.C.
Le recenti scoperte archeologiche fatte nel 1972 al «Tèc Ne'f» di Mesocco e
nel1970-80 ancora a Castaneda, «Pia‘n de Remit», si possono considerare quali
sicure testimonianze di' primitive abitazioni sorte in Mesolcina - Calanca
(13, 33) e, quindi, anche a Roveredo. Orbene, già nell’età della pietra
levigata o periodo neolitico (8000-4000 a.C.), le condizioni climatiche,
vegetative e della fauna selvatica erano anche da noi gia favorevoli premesse,
perché l’uomo vi si stabilisse, almeno, perché vi potesse giungere qualche
cacciatore e pescatore dalle regioni del Verbano o del Ceresio. Le scoperte
fatte nel 1972 al «Te‘c Ne'f», nelle immediate adiacenze del castello di
Mesocco durante i lavori di costruzione di un tratto della strada nazionale A
13, portarono alla luce dei reperti archeologici sia del tardo periodo
mesolitico (ca. 4000 a.C.) sia di' quello neolitico (4000-1800 a.C.) ed in
particolare punte di frecce e frammenti ceramici. Questi oggetti furono
attribuiti a cacciatori provenienti da sud, cioè dall’Italia
settentrionale, dove in quel tempo era assai diffusa la cultura
dell’antico neolitico. Ma a Mesocco, oltre a questi importanti reperti, furono
trovate anche buche di pali, cumuli di ciottoli e focolari che sembra
vogliano indicare l’esistenza di un nucleo abitato o di una singola
abitazione risalente ad un'epoca molto precedente, cioè alla prima metà del
5°millennio (ca. 5000 a.C.).Anche le scoperte archeologiche fatte al «Pian de Remit» di Castaneda negli anni 1972-80 confermino che le nostre due valli erano gia abitate nel periodo neolitico (4000-1800 a.C.). Infatti, è stata trovata una fossa rettangolare di ca. 2,50 x 3,50 m profonda ca. 80 cm, che fa pensare alla presenza di un focolare. Le numerose buche di pali che l’ attorniano fanno invece supporre che si trattasse del perimetro di una capanna di 3,40x4,50m. Oltre a ciò, a Castaneda vennero anche alla luce alcuni frammenti di ascia di pietra e diverse punte di frecce, delle lamelle e dei raschiatori di selce e di pietra simile alla selce. Quest’ultimi reperti ci fanno risalire fino alla fine del Mesolitico, cioè fino alla metà del terzo millennio (2780-2350 a.C.). Nelle immediate. vicinanze della succitata capanna neolitica sono poi stati scoperti dei solchi di varia lunghezza che si suppone fossero stati tracciati da un primitivo aratro.
Se, dunque, tali reperti testimoniano la presenza dell’uomo sia a Mesocco sia sul solatìo terrazzo montano di Castaneda, ben si può a ragione supporre che anche Roveredo fosse, se non ancora abitato, sicuramente regione di transito di cacciatori e magari di pescatori provenienti da sud e, più tardi, anche di agricoltori. Le numerose incisioni rupestri a forma di coppelle e di piccole croci rinvenute pure a Roveredo lungo il versante destro della valle e particolarmente sulla collina di Carasole, nelle immediate vicinanze della chiesa di San Rocco come pure a nord della stessa, nella regione denominata «Ga‘na», di origine ignota, ma comunque antichissima e probabilmente risalente a quell’oscuro periodo, confermano che anche a Roveredo, come in tutto il resto della valle, fosse già arrivato l’uomo. Durante l’età del bronzo (1800-800 a.C.) sicuramente anche Roveredo, come tutta la Mesolcina e la Calanca esterna, era abitata dall’uomo, come ce lo confermano i resti di numerose tombe di quell’epoca venute alla luce nella già citata zona di Caslasc e un’ascia di bronzo trovata nella campagna a sud del nostro paese.
Piero Stanga
Nessun commento:
Posta un commento