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Durante la primavera del 2012 il Museo Moesano ha
allestito la mostra temporanea Domenico Sonanini e l’Acqua di Colonia in
cui venivano esposti per la prima volta al pubblico oggetti e documenti
riguardanti questa interessante vicenda. Domenico Sonanini, nato a Roveredo
verso il 1797, era negoziante di diamanti da taglio e si muoveva con facilità
tra la Germania meridionale e l’Italia settentrionale per il suo commercio. A
Colonia risiedevano vari roveredani oltre ai due nipoti del Sonanini Doroteo e
Giuseppe Grossi. Grazie a queste conoscenze Domenico Sonanini entra in contatto
con vari commercianti intenzionati a fondare nuove fabbriche di Acqua di
Colonia. Per questo scopo questi ultimi necessitavano di persone della famiglia
Farina, se di nome Gian Maria ancora meglio.
Perché serviva un Farina?
La prima fabbrica di Acqua di Colonia, fondata
nella città omonima da emigranti del- la Valle Vigezzo nel 1709, si chiama Johann
Maria Farina gegenüber dem Jülichs-Platz. Più tardi un ramo della famiglia
Farina si trasferisce a Parigi e fonda una nuova fabbrica che, dopo vari
passaggi di mano, diventa dal 1806 Jean Maria Farina di Roger & Gallet.
Queste due fabbriche, concorrenti tra di loro, sono quelle che si affermano e
rendono l’Acqua di Colonia J.M. Farina sinonimo di ricercatezza ed eleganza.
Visto l’affermarsi di questo prodotto molti commercianti volevano approfittare
del famoso nome per vendere la loro Acqua di Colonia, da ciò la necessità di un
partner commerciale che avesse nome Farina. Dai documenti si evince che, tra il
1830 e il 1854, il Sonanini con i suoi parenti ha fatto da tramite o cercato di
fare da tramite per almeno cinque Farina diversi con vari commercianti di
Colonia. In una lettera da Colonia Doroteo scrive: «...Ho poi un Signore che
vuole un Giovan Maria ma bisogna che spettiamo fino il mese di dezembre. Perche
adesso e in viaggio fino a Londra...».
Questo poteva essere l’inizio per la fondazione di una nuova ditta.
Ora veniamo alla produzione di Acqua di Colonia a
Roveredo. Tutto parte dalla lettera che Doroteo Grossi invia a Domenico
Sonanini nel 1848. Nella prima pagina della lettera il Grossi informa lo zio
che è stata spedita la cassa con l’attrezzatura per la produzione dell’Acqua di
Colonia e una bottiglietta fatta secondo le richieste dei due. Nella terza e
quarta pagina sono riportate le ricette dettagliate per la preparazione della
prima, seconda e terza qualità di Acqua di Colonia che Doroteo Grossi è
riuscito a reperire a Colonia, oltre alle indicazioni per l’etichettatura delle
bottigliette.
Carissimo Signor Zio , Colonia gli 3 Novembre 1848
Oggi gi spedisco la cassa come già siamo in- tesi con tutti gli affari per fare la nostra fab- bricazione e credo che faremo boni affari già non ho di bisogno di raccomandargo per il smercio perche lui è più attivo agli interessi che io ma quel che gi raccomanda de non lasciare vedere da nessuno gli effetti che si d’opera a farla perche io sono sicuro che non la vedano da nisuno. Li....che ha fatto le botilie bisogna farsi remandare anche la forma acciò che non fano per le altri...
Le affari vano malissimo adio caro zio. Sono il suo umiliss.mo servo e Nipote fiozo
Doroteo Grossi
il ritrovera nella cassa una botilia che è la prova che e statta fatta nella nostra forma.
Lettera del 3 novembre 1848, pagina 3.
Foto di Piernicola Federici, il terzo occhio, Paradiso |
Modo per fare l’Acqua di
Colonia Dubel o prima qualità
Si prende un pistone o
un vassello
24 libre di 32 Loth la libra di spirito di wino di 36 gradi ben
rafinato o poi si mete le seguenti atherische olii
− 3 Loth Limmette olio
−
1 Loth Nerolij fino olio
− 21⁄2 Loth Cedrat olio
− 2 Loth Limone olio
− 3 Loth
Portugal olio
− 3 Loth Bergamott olio
− 1 Loth Rosmarin olio
− 1 Loth Lavendel
olio
− 3⁄4 Loth Petitgrain olio
− 1⁄4 Loth Millefleur olio
Per conoscere le olii
atherische se sono legitimi bisogna prendere un pezzo di carta bagnarla dentro
negli oli e poi lasciarla sugare. Se la carta resta come prima che non sia onta
in ora sono legitimi resta solo il colore dili oli.
Questi oli viene messi dentro nel spirito tutti
assieme e poi si seguita 10 minuti di conti- nuo a rivasarlo tirarlo fora della
bassa spina con un vaso e getarla dentrio della Bondone, e poi bisogna
lasciarla quieta quattro a cinque ore, e poi si seguita dodici ore di seguito
alle 5 minuti a rivasarla ancora dopo fatto questo la si lascia 8 giorni ben
ferma che il vasello non si move per sentare e poi si prende il pedrie con dentro
quel cavagno e quel capello e lo si refina dentro in un pistone grande e poi
dopo si botiliano. Quella piccola spina è fatta espressamente per metterla in
un pistone che poteste ritrovare un pistone che abita in fondo un busto sarebbe
come quel- li che d’opera la spina nel stopone, ma pri- ma di stoparlo perche
dopo potrebbe sciupare nel réforzarla dentro a tutti li vasi che viene doperati
alla fabbricazione non deve ... il savone ne pure con altri effetti solo che
con acqua ciara. Il capello prima di doperarlo a destilare bisogna farlo
passare con lo spirito vari volte, acciò che non lascia alcuno colo- re. Lo
botilie bisogna farli fare di vetro bianco e ben grossi e tenerli bene per
stoparli si prende di quela pelle bianca di pecora come il ritrovera la mustra
e bisogna bagnarla con acqua fresca e poi storgerla bene che così la si piega
bene intorno alla botilia. Davanti di metterla in torno allo stopone bisogna
mettere un poco di amedo sopra al stopone acciò che resta attacatta. Lamedo
bisogna farlo cocere con laqua un o dui bufi e sempre rodegarlo, sino che il
coce, il medesimo si d’opera per metter le etichette sule botilie.
Segue la descrizione per preparare Acqua di Colonia
di seconda e terza qualità e infine le seguenti indicazioni: ... le
etichette dove che a scritto extra eau de Cologne Dube sono per la prima
qualità e quelle che sono veritabel eau di Cologne per la seconda qualita e
quelle che sono solamente eau de Cologne per la terza. Alla terza non è bisogno
di metere intorno le rizette.
Se a Colonia gli affari vanno male, si prova con la
produzione di Acqua di Colonia a Roveredo. Tra il 1848 e il 1870 Domenico
Sonanini smercia l’Acqua in Ticino e nella vicina Lombardia con le bottigliette
recanti la scritta in rilievo J.M. Farina Cologne. Questo commercio è
documentato da lettere di comande e ricevute, mentre, come annota Elio Tenchio,
in Mesolcina non risulta essere stata venduta una sola bottiglietta di questa
mirabile Acqua di Colonia.
Fabrizio Salvi
Articolo Originale Almanacco Grigioni Italiano 2013 |
La storia completa Lo zio Domenico e l’Acqua di
Colonia, scritta da Elio Tenchio (1930–2010), il testo Appunti su alcune
iniziative economiche in Mesolcina nell’Ottocento di Marco Marcacci e
l’intervista al farmacista Gabriele Stanga sulla preparazione del campione di
Acqua di Colonia sono raccolti nella pubblicazione Domenico Sonanini e
l’Acqua di Colonia della Fondazione Museo Moesano e ottenibile al prezzo di
8.- fr. presso il Museo Moesano, Palazzo Viscardi, 6534 San Vittore; Tel. 091
827 18 56; e-mail: ‹museomoesano@bluewin.ch›.
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