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El
Pedrin de Piazèta si doveva recare al lavoro sui monti della Morera. Non aveva
orologio, e si era alzato fuori d’ora. Faceva ancora scuro e nel cielo
brillavano migliaia di stelle. Il nostro uomo camminava senza paura pensando al
suo lavoro, alle sue vacche da governare. Quando arrivò un po’a stento
nella Piana di Maarch, senti un grande scampanio di campanacci e campanelle.
Guardò avanti impaurito e vide venir dalla
parte di Maarch verso di lui un lungo corteo di gente, che proseguiva a due a due.
Tutto tremante fece appena in tempo a rifugiarsi nel cavo d’una roccia
sporgente sulla strada, voltando le spalle alla strana comitiva. Li lasciò
passare tutti senza voltarsi, mezzo morto dalla paura. Ma l’ultimo della
compagnia, uno zoppo, si fermò, gli si accostò e gli chiese:
«Per chi
l’è facia la nocc?».
«Per i bisognoos e i malvivent!» Rispose tremando il nostro Pedrìn.
«Bon, t’é risponduu ben! Altrimenti l’era finida per ti! Tegn a ment de miga fiadaa con anima viva. Perchè te aris finid de staa a sto mond!»
E se ne andò zoppicando a raggiungere i suoi tristi compagni. Il povero Pedrìn quando tutto tornò tranquillo, uscì dal suo nascondiglio e ritornò a casa, perché non aveva più ne' la forza, né il coraggio di proseguire il cammino. Si trascinò a casa come un malato e si mise a letto. Allora si ricordò di guardar l’ora. Era l’una dopo mezza nocc.
«Per i bisognoos e i malvivent!» Rispose tremando il nostro Pedrìn.
«Bon, t’é risponduu ben! Altrimenti l’era finida per ti! Tegn a ment de miga fiadaa con anima viva. Perchè te aris finid de staa a sto mond!»
E se ne andò zoppicando a raggiungere i suoi tristi compagni. Il povero Pedrìn quando tutto tornò tranquillo, uscì dal suo nascondiglio e ritornò a casa, perché non aveva più ne' la forza, né il coraggio di proseguire il cammino. Si trascinò a casa come un malato e si mise a letto. Allora si ricordò di guardar l’ora. Era l’una dopo mezza nocc.
Maria Raveglia (1878—1970), maestra Roveredo
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