mercoledì 1 giugno 2016

Regione di Transito

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Il nostro paese, dunque, come del resto tutta la nostra valle, era già in epoca assai remota una regione di transito fra la regione padana e quella del Reno. Il fatto, poi, che analoghi oggetti di bronzo, quali le asce trovate sia a Roveredo sia a San Vittore ed a Lostallo furono trovati anche a Vals e ad llanz, testimonia che, oltre all'importante valico del San Bernardino, anche quello del Valserberg era già conosciuto e praticato nell’età del bronzo, sicuramente prima ancora del San Gottardo.





Nell’età del ferro, a partire dal 700a.C., le relazioni fra la regione padana e la Rezia sicuramente si erano intensificate, come lo dimostrano le prime importanti scoperte archeologiche fatte a partire dal 1875 a Castaneda. Essendo il valico del San Bernardino molto conosciuto e praticato, ed i commerci sud-nord e viceversa sempre più intensi e attivi, anche Roveredo avra‘ sicuramente acquistato già allora rilevanza: sempre maggiore quale importante punto di scambio e fors’ anche quale luogo residenziale.


Già prima dell'era cristiana il nostro paese fu invaso e occupato da popoli diversi provenienti perlopiù dal sud. Infatti, già nell’ottavo secolo prima dell’era cristiana sembra siano arrivati da noi, come in tutta la valle, i Liguri. Molti nomi di località con la desinenza in -asca e -asco quali Albionasca, Roggiasca, Camedasca, Camporasca e Calancasca sono tipici nomi di origine ligure. Due secoli più tardi pare proprio accertato che siano giunti da noi anche i Galli, i quali lasciarono chiare tracce nel nostro dialetto che, come noto, è un tipico dialetto gallo-romano-lombardo con poche eccezioni, quali i nomi importati molto più tardi dai nostri emigranti e derivanti sia dal tedesco che dal francese. (Esempi: il pavimento: «èl po'den» dal tedesco «Der Boden» o il soffitto: «èl plafo'n» dal francese «le plafond» ecc.).



Nel 5°secolo a.C. si crede proprio che siano arrivati da noi anche gl Etruschi, provenienti ovviamente dall’Italia centrale: un popolo del quale si conoscono l’arte, la religione ed i costumi, ma del quale non si e fin ora riusciti a trovare alcuna traccia della sua lingua. Subito dopo, è molto oro, babile che siano sopraggiunti sulle rive della nostra Moesa anche i Leponti, provenienti loro pure dalla pianura padana e che si erano insediati nelle vallate a sud delle Alpi e particolarmente nell’attuale Canton Ticino e nell’Alto Vallese. I Leponti usavano un alfabeto etrusco, come lo testimonia un’iscrizione trovata a Castaneda su una brocca a becco importata dall’Italia centrale.

Leponti seguirono poi da noi anche i Reti, un popolo selvaggio dedito alle scorrerie ed alle rapine, cacciato dai Galli verso le Alpi. Si ritiene che i Reti, provenienti originariamente dall’llliria, cioè dall’Albania e dalla Dalmazia, si siano poi frammisti ai Leponti nelle nostre valli alpine e ne abbiano a poco a poco ereditata la cultura.

Piero Stanga


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