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La spiccata intraprendenza e la passione per l’elettricità del nonno, nel 1911, lo portarono a fondare con altri tre amici la «Società elettrica di Roveredo» che si prefiggeva il seguente scopo «Somministrazione di energia elettrica per illuminazione, per motori e altri usi per impianti ed apparecchi in genere». L’ente era
completamente autonomo: il nonno aveva la funzione di direttore. All’inizio del 1911 fu stipulato un contratto con l’Amministrazione della Ferrovia elettrica Bellinzona-Mesocco per la cessione di corrente elettrica: contratto che il 14 aprile 1917 venne prolungato per altri sette anni. L’attività iniziò subito e può essere seguita ancor oggi sfogliando il «Registro delle copie delle lettere»; all’inizio del 1911 furono fatte le prime ordinazioni di materiale presso le diverse ditte della Svizzera interna (C.A. Bickel di Winterthur, Sprecher & Schuh di Aarau, C. Schäfer di Zurigo, Schwarzenbach di Ginevra, Otto Fischer di Sciaffusa). Il lavoro non mancava e sicuramente la novità dell’il- luminazione nelle case aveva contribuito allo sviluppo dell’attività. Già all’inizio del 1912 la cinquantina di preventivi elaborati per l’illumi- nazione delle diverse abitazioni di Roveredo è la comprova del grande interesse suscitato dall’elettricità in paese.
Il tasso orario per il lavoro di montaggio era inizialmente di fr. 0.90, passato poi a fr. 1.10 e quindi a fr. 1.40. Operaio montatore degli impianti era il signor Leonardo Beeli.
Un accurato esame della realizzazione nel tempo dei diversi impianti sarebbe interessante per ricostruire come avvenne la progressiva distribuzione dell’elettricità nel paese.
La fornitura dell’energia elettrica da parte della Ferrovia elettrica Bellinzona - Mesocco non sempre funzionava; per esempio il 26 novembre 1913 l’Azienda scriveva alla Direzione della BM:
«Da alcuni giorni ci vengono continue lagnanze da parte dei nostri abbonati per le frequenti interruzioni della corrente elettrica come pure per le forti oscillazioni nella luce e mancanza di tensione; facciamo proseguire dette lagnanze a Codesta Lodevole Direzione affinchè abbia a prendere quei provvedimenti del caso.»
PIERO CASELLA
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